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Reale identità


 

Il più bello spettacolo esistente è la vita, grande rappresentazione di vivi personaggi e di meravigliosi eventi.
Molto spesso mi domando come ho fatto a resistere per anni a osservare soltanto, e a non vivere, questa rappresentazione unica.
Per troppo tempo sono stato spettatore, nascosto sugli spalti a scrutare la vita che passava davanti a me.
Ho passato troppo tempo a guardare gli altri che vivevano; tutto il mio guardare mi ha anche molto aiutato.
Mi è servito, infatti, per capire che poche persone sono vere e autentiche.
In troppi, invece, recitano una parte coperti dietro ad enormi maschere che nascondono la loro reale identità.
Per anni ho osservato tutto questo.
Poi, un giorno, mi sono alzato dalla mia bella sedia in disparte, ho preso coraggio e ho deciso, finalmente, di prendere parte al meraviglioso spettacolo della vita.
Con grande forza mi sono buttato e ho iniziato a relazionarmi con gli altri, a prendere iniziative e a portare avanti grandi progetti.
Finalmente ora vivo alla grande, con impegno e tanta volontà; posso dire, con fierezza, che ora vi sono altri spettatori del grandioso miracolo che si chiama la «forza della vita».

Alberto Palentini

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Tratto da “Un leone in gabbia”

 


Grazie al carissimo amico e pittore Pietro Torresin per il dono del bellissimo quadro.


L’abbraccio guaritore….


 

Gli abbracci guaritori sono stati quelli della Chiesa, quelli ricevuti dal rapporto col Signore.
Quando mi sono approcciato alla religione, ero scettico, avevo paura di non riuscire nemmeno a pregare e a sentire quell’emozione particolare che sentono i credenti, quella splendida sensazione che si chiama fede.
Ho avuto la fortuna di sentire fin da subito l’abbraccio di Dio, il calore del suo amore e la forza della sua mano.
Quegli abbracci così dolci e lievi non mi hanno mai dato emozioni difficili da gestire, riuscivo a farmi abbracciare dall’alto senza scappare via come sempre.
Come se avessi uno strappo nel cuore, l’amore di Dio l’ha ricucito e risanato.
Ai suoi abbracci leggeri io non mi sono mai negato, io non mi sono mai sentito obbligato a rispondere o a dare qualcosa in cambio.
Il Signore sa che se non sono disposto a ricambiare non lo faccio.
Lui mi capisce e mi comprende. Ed è sempre disposto ad accogliermi quando ritorno da Lui.
I suoi abbracci mi hanno dato la forza per uscire dal mio duro e corazzato guscio, mi hanno spinto verso l’uscita e mi hanno regalato il coraggio per farvi capolino.

Alberto Palentini

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tratto da “Un leone in gabbia”
 

 


 

Grazie, Papa Francesco.

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Grazie, Papa Francesco



In viaggio … con la valigia di emozioni

Un viaggio memorabile mi stava aspettando,
un viaggio potentemente ricco di emozioni.
Nell’attesa della partenza, un pensiero mi premeva,
cioè tenere a bada la mia agitazione per
cercare di mostrare al Papa il meglio di me.
Questo unico desiderio ho messo in valigia,
tutto il resto era superfluo.
Un viaggio anche dentro me stesso è stato,
il mio spirito era pronto
a incontrare il sommo rappresentante di Dio in terra.
In stazione teso mi son sentito,
ma il treno non l’ho fatto partire senza di me.
E son salito, con la mia valigia di emozioni.

 



Arrivo a Roma e attesa … per l’incontro

Terra misteriosa, quella di Roma.
Troppe morti di soldati ha visto in passato.
Troppo sangue è stato versato e assorbito in passato.
Tutto questo ancora si avverte non appena si scende dal treno.
Terra che troppa voglia di rinascita ha avuto per essere uguale agli altri.
Potente religione è da sempre il suo punto fermo,
la sua ancora di salvezza.
Forse proprio la fede che riempie
i cuori della gente e ogni stanza dei suoi alberghi,
è ciò che la rende più luminosa e viva.
Aria calda si respira,
carica di preghiera e di attesa per l’incontro con Papa Francesco.

 



In cammino verso Santa Marta…

Un animo umile ho cercato di tenere
durante il cammino verso Santa Marta.
Ho cercato di spogliarmi dei pensieri inutili,
di quelli agitati che avrebbero potuto intrappolarmi.
Uno spirito libero volevo avere,
che fosse in grado di toccare quello di Papa Francesco,
anche solo per un attimo.
Pregavo quella mattina,
felice di condividere questo momento magico con la mia famiglia.

 



… minuscola pedina nel mondo.

Un posto immenso è il vaticano.
Piccolo ti senti, minuscola pedina nel mondo,
piccola parte di ciò in cui vivi.
Portare il mio piccolo corpo lì dentro è stata una vera emozione.
Privilegiato mi sono sentito,
scelto tra molti ma non perché sono migliore,
bensì per portare il messaggio di Dio a tutti,
grazie a questa esperienza.
Serie guardie ci hanno accolto,
attente ad eliminare ogni pericolo.
Quasi senza fiato ero davanti alla chiesa.
Tutti i pensieri si sono annullati,
nascosti dai battiti accelerati del mio cuore.

 



… tremendamente unico.

Partecipare alla messa di Papa Francesco è tremendamente unico.
Potenti sono state le sue parole,
che come pietre preziose sgorgavano dalla sua bocca.
Pietre essenziali per innalzare e fortificare il muro della mia fede,
che ora è ancora più forte e solido, resistente e duraturo.
Insegnamenti vitali che mai dimenticherò,
portando per sempre il ricordo di un umile uomo,
pronto a servire Dio e la chiesa.
Dall’altare ho potuto osservarlo,
servirlo e accompagnarlo durante la celebrazione.
Mi ha dato questa possibilità e con essa mi è giunto chiaro il messaggio
che tutti uguali siamo agli occhi di Dio,
non esiste nessuna differenza.
Papa Francesco manda costantemente questo messaggio,
perché lui stesso si mette al pari di tutti noi,
con molta umiltà.

 



Protetto … tra le Sue braccia.

Tutta l’emozione del mondo non basterebbe a descrivere la gioia,
la commozione, il calore dell’abbraccio del Papa.
Protetto mi sono sentito tra le sue braccia,
avvolto da un calore ineguagliabile.
Niente e nessuno avrebbe potuto farmi del male.
Il figlio suo ero in quel momento e so che questo rimarrà sempre così.
Le sue parole hanno accarezzato il mio cuore,
i suoi occhi mi hanno infuso speranza.
Tutto questo per sempre resterà custodito nella mia mente,
come scolpito su pietra.

 



Passeggiando tra le vie …

Respiro di libertà era il mio, passeggiando tra le vie di Roma.
Con animo allegro e colmo di gioia ho potuto osservare le strade, i palazzi,
le colline, ma soprattutto san Pietro, gigantesco e magnifico.
Parte vera del mondo mi sono sentito a Roma,
ma soprattutto mi sono sentito parte dei cittadini
e dei pellegrini che da sempre lì accorrono numerosi.
Amore ho sentito negli occhi delle persone che incontravo.
Solidarietà e comune destino ho avvertito nei loro sguardi.
Fede e molta preghiera c’erano in tutti i loro cuori.
È anche questo che arricchisce Roma, viva città.
Segno indelebile ha lasciato nel mio cuore.

 



Un grande bagaglio … nel mio cuore.

Il ritorno avrebbe dovuto essere una certezza per me,
poiché a casa me ne sarei tornato.
Invece con un velo di tristezza mi sono preparato per partire.
Tristezza per lasciare questa bella città e i suoi cittadini carichi di fede.
Tristezza perché dal fantastico Papa dovevo allontanarmi,
non sapendo se e quando l’avrei rivisto.
Un grande bagaglio però si recava nel mio cuore.
Un bagaglio che sempre custodirò.

 



Grazie, Papa Francesco.

A casa ho portato un bellissimo tesoro,
fatto di immagini, emozioni.
Un ricordo che posso condividere con la mia famiglia,
e di questo li ringrazio tanto.
Porto dentro di un carico di emozioni positive,
che mi riempiono il cuore di gioia.
L’incontro con il Papa mi ha cambiato,
mi ha fatto capire quanta bontà esiste nel mondo,
mi ha convinto che la speranza esiste.
Un buon insegnamento ho avuto,
che mi ha placato l’animo e la mente.
Proprio questa calma, che a me difficilmente appartiene,
la vorrei stringere forte e tenere stretta dentro di me.
La vorrei portare agli altri,
molto unita al messaggio di fede che ho ricevuto.
Un uomo nuovo mi sento, migliore.
Grazie, Papa Francesco.

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Alberto Palentini

 


Un bellissimo viaggio…


Un viaggio memorabile mi stava aspettando,
un viaggio potentemente ricco di emozioni.
Nell’attesa della partenza, un pensiero mi premeva,
cioè tenere a bada la mia agitazione per
cercare di mostrare al Papa il meglio di me.
Questo unico desiderio ho messo in valigia,
tutto il resto era superfluo.
Un viaggio anche dentro me stesso è stato,
il mio spirito era pronto
a incontrare il sommo rappresentante di Dio in terra.
In stazione teso mi son sentito,
ma il treno non l’ho fatto partire senza di me.
E son salito, con la mia valigia di emozioni.

Alberto Palentini

 

Continua….