Tra le persone considerate normali l’incoraggiamento reciproco a fare e a perseverare è prassi molto praticata e non è negata, venendo ragionata e discussa con attenzione.
Quando il salto coraggioso è tentato dai ragazzi come me, condizionati nelle azioni da molti limiti, le parole cambiano forma.
Chi incontra il coraggio di una persona «diversa» si trova pericolante nelle sue certezze, stordito e, proprio per questo, mira subito alle difficoltà, tentando di segnare un percorso anch’esso diverso, facile e speciale, in quanto, secondo il comune pensiero, noi diversi ci stanchiamo facilmente. Siamo delicati e fragili: inutilmente iniziamo percorsi che sono adatti solo per chi possiede doti sane.
Troviamo scoraggiamento, nuovi ostacoli e tessiamo in noi la ragnatela del dubbio.
Io un po’ di questo pungente veleno l’ho sentito ma non ha trovato passaggi per modificare la mia onda decisa e il mio pensiero.
Penso che tutti abbiamo bisogno d’incoraggiamento e di una ragionata dose di forza proveniente da chi ci sta attorno.
Io ho imparato ad ascoltare e mi porto tutto in mente; uso il coraggio di chi mi crede e anche i dubbi di chi vede solo il costretto mondo disabile.
Chi si scoraggia non vuole mettersi veramente in gioco.

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tratto da “Un leone in gabbia”